Un borgo nel Parco del Gran Sasso dove il tempo si ferma tra storia, natura e notti d’altri tempi

Un borgo nel Parco del Gran Sasso dove il tempo si ferma tra storia, natura e notti d’altri tempi

Lorenzo Fogli

Dicembre 7, 2025

Nel cuore dell’Abruzzo, a 1250 metri di altitudine, si trova un borgo che sfida il modo in cui percepiamo il tempo e lo spazio. Nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Santo Stefano di Sessanio rappresenta uno dei rari esempi di villaggio medievale ancora perfettamente conservato, dove la storia non è un oggetto distante da ammirare, ma un’esperienza quotidiana. Qui il concetto di soggiorno assume una connotazione particolare: è possibile dormire in abitazioni che mantengono intatti mobili d’epoca, soffitti con travi a vista e camini accesi. Il borgo è stato infatti ristrutturato come un albergo diffuso, un modello innovativo di ospitalità che distribuisce le camere nelle case esistenti lungo le vie del paese, preservando l’identità del luogo. Questa scelta ha condizionato in modo significativo l’economia locale, offrendo una spinta culturale spesso rara in centri così piccoli.

Il borgo che mantiene intatta la sua storia

Santo Stefano di Sessanio ospita poco più di 100 abitanti, ma custodisce un valore storico di grande rilievo. Il centro conserva la sua struttura medievale originale: case in pietra calcarea bianca, vicoli stretti e spazi aperti che respirano l’aria fresca di montagna. Non si tratta soltanto di un insieme di edifici, ma di un vero e proprio tessuto urbano dove ogni pietra rimanda a secoli di vita, lavoro e tradizioni. La trasformazione più rilevante è stata l’introduzione dell’albergo diffuso, realizzato alla fine degli anni ’90 grazie all’imprenditore Daniele Kihlgren, che ha convertito le abitazioni storiche in camere e suite integrate nel paesaggio, evitando nuove costruzioni. In questo modo, ogni stanza è immersa nell’ambiente autentico, offrendo ai visitatori un’esperienza di soggiorno profonda e genuina.

Un borgo nel Parco del Gran Sasso dove il tempo si ferma tra storia, natura e notti d’altri tempi
Raffinato gioco di luci e ombre in una suggestiva strada di Santo Stefano di Sessanio, tra balconi, archi e rigogliosa vegetazione. – agriturismolacurbastra.it

Il borgo ha subito danni importanti a causa del terremoto del 2009, in particolare alla celebre Torre Medicea e ad altri monumenti storici. Tuttavia, i restauri completati nel 2021 hanno riportato alla luce la bellezza originaria di queste strutture, permettendo un rilancio del tessuto urbano e culturale. Per chi arriva a Santo Stefano di Sessanio, un punto di partenza naturale è la Porta di Santa Maria, una delle entrate storiche più conservate. Da qui si sviluppano percorsi che attraversano botteghe artigiane e laboratori di tessitura e ceramica, che testimoniano una continuità di tradizioni locali tramandate di generazione in generazione, ancora vive e influenti nella quotidianità del borgo.

Tra natura, panorami e sapori autentici

Il borgo si apre su un paesaggio ampio e mutevole, dominato dal massiccio del Gran Sasso. I panorami che si susseguono da diversi punti offrono vedute variegate, influenzate dal cambiamento della luce e delle stagioni, e mostrano il forte legame tra uomo e natura caratteristico di questa zona. Santo Stefano funge anche da porta d’ingresso verso un territorio conosciuto come “Il Piccolo Tibet”: l’altopiano di Campo Imperatore. Qui i sentieri sono frequentati da appassionati di trekking e ciclismo, mentre gli spazi aperti, in ogni stagione, regalano ambienti naturali intensi e limpidi, un rifugio autentico per chi cerca contatto diretto con la natura in Abruzzo.

La cucina tradizionale riflette il legame con il territorio e si basa su prodotti tipici di qualità riconosciuta. Le lenticchie di montagna, presidio Slow Food, sono rinomate per il loro sapore intenso, coltivate nelle zone limitrofe al borgo. Accanto a queste si distingue il pecorino abruzzese stagionato, con un gusto deciso, che rappresenta una delle eccellenze casearie della regione. Chi visita il paese non può evitare di assaggiare gli arrosticini, spiedini di carne di pecora cotti alla brace, simbolo indiscusso della cucina popolare abruzzese. Nei dolci, le ferratelle sono un elemento tipico e testimoniano un’antica tradizione della pasticceria locale. Ecco perché trascorrere del tempo a Santo Stefano significa immergersi anche in un patrimonio gastronomico che completa l’esperienza storica e naturalistica, un aspetto spesso trascurato da chi vive in città, dove il cibo è spesso standardizzato e industrializzato.

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