Nel 2026 Bari supererà ogni aspettativa: ecco cosa la rende la meta italiana più desiderata

Nel 2026 Bari supererà ogni aspettativa: ecco cosa la rende la meta italiana più desiderata

Matteo Casini

Dicembre 1, 2025

Il treno entra in stazione mentre gruppi di viaggiatori scendono con valigie leggere e telefoni sollevati verso il lungomare. L’odore del pane appena sfornato, le facciate scrostate e le navette che scaricano piccoli gruppi di turisti formano un quadro che si ripete: una città che sta cambiando passo. Secondo il report NowNext ’25, elaborato da YouGov per Omio, sarà proprio questa città del Sud a registrare il maggior incremento di presenze nel 2026. Non è solo una previsione numerica: è l’effetto di rotte aeree e ferroviarie ridisegnate, di offerte ricettive diverse e di un interesse nuovo verso città che fino a ieri erano considerate secondarie. Un dettaglio che molti sottovalutano: spesso è il turismo di cerniera — chi fa sosta di due o tre giorni — a cambiare le classifiche.

Perché Bari scala la classifica

Il fenomeno non nasce dal nulla. Bari ha messo insieme elementi concreti: investimenti infrastrutturali, collegamenti migliorati e una proposta culturale che attrae chi cerca autenticità più che grandi attrazioni. Le immagini del centro storico e del porto, i festival stagionali e la cucina di strada hanno dato alla città una visibilità diversa, capace di trasformare il passante curioso in visitatore che resta. Lo raccontano operatori del settore e addetti ai lavori: ci sono più voli diretti da capitali europee e più treni notturni che collegano il Sud al Nord. Non è solo marketing locale, ma un insieme di fattori che pesa davvero nelle scelte di viaggio.

Nel 2026 Bari supererà ogni aspettativa: ecco cosa la rende la meta italiana più desiderata
Nel 2026 Bari supererà ogni aspettativa: ecco cosa la rende la meta italiana più desiderata – agriturismolacurbastra.it

Secondo il report, la tendenza è coerente con la domanda europea di mete vicine e autentiche: chi viaggia cerca esperienze “vere”, non solo monumenti. Per molti operatori questo si traduce in offerte mirate, pacchetti brevi e promozioni su servizi locali. Un fenomeno che in molte città italiane aveva già iniziato a emergere e che qui trova terreno fertile. Un dettaglio che molti sottovalutano è la capacità degli abitanti di trasformare le proprie attività quotidiane in attrattori turistici: mercati, botteghe e percorsi a piedi che prima apparivano marginali.

I cambiamenti nel modo di viaggiare

Il quadro delineato dallo studio mette in luce scelte più ragionate. Circa sette persone su dieci, secondo l’indagine, tengono conto degli eventi internazionali nella decisione di partire; allo stesso tempo cresce la quota di chi pianifica e cerca flessibilità. Non è un ritorno alla fuga, ma una ridefinizione del viaggio come esperienza selezionata: prenotazioni anticipate, controllo del budget e attenzione a servizi che offrono valore concreto. Emergono anche nuovi profili di viaggiatore: i cosiddetti Cacciatori di occasioni e la Generazione Z, che mescola esigenze digitali con una forte attenzione alla sostenibilità.

Il continente europeo resta al centro delle preferenze: spostamenti più brevi, weekend lunghi e viaggi in treno aumentano la domanda verso mete vicine. Al tempo stesso, il desiderio di luoghi meno battuti spinge alcuni a scoprire città secondarie, dove il rapporto tra esperienza e costo è considerato migliore. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno, quando le città meno affollate mostrano il loro volto più autentico. Il trend del turismo emozionale si afferma: i racconti personali e le memorie di viaggio pesano più delle mode social.

Cosa significa per città e visitatori

L’aumento delle presenze porta con sé benefici evidenti e problemi concreti. Per le amministrazioni locali significa ripensare servizi, trasporti e gestione dei flussi; per gli operatori economici, adeguare l’offerta senza perdere autenticità. La richiesta di immersione culturale e di contatto con la comunità locale è uno degli aspetti più citati: il 38% dei viaggiatori dice di voler conoscere la vita quotidiana del luogo e una quota importante sceglie strutture e attività che sostengono l’economia territoriale.

Da parte dei visitatori, la scommessa è mantenere un equilibrio tra nuove opportunità e aspettative ragionate: chi arriva cerca qualità dell’esperienza, non solo accumulo di tappe. La sostenibilità diventa criterio di scelta e la capacità di una città di offrire spazi vivibili e servizi efficienti si rivela determinante. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che i cambi di stagione trasformano l’offerta turistica: quello che funziona nei mesi caldi può necessitare di adattamenti nel resto dell’anno.

Infine, il risultato più concreto è che certi centri urbani, con la giusta combinazione di accessibilità e proposta culturale, possono diventare mete privilegiate senza ricorrere a massificazione. Per molti italiani e operatori la notizia è già un fatto: cambia il modo di guardare alle città del Sud e nascono opportunità di sviluppo locale, una tendenza che molti osservano già nella vita quotidiana.

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