Il balcone segreto d’autunno al Lago Maggiore

Il balcone segreto d’autunno al Lago Maggiore

Matteo Casini

Novembre 30, 2025

Una terrazza naturale tra Valcuvia e il Lago Maggiore, con lo sguardo che in giornate limpide corre fino al Monte Rosa: così si apre la scena a Punta Paradiso, che in autunno mostra un volto netto e pratico. Il sentiero scende tra castagni e muretti a secco, il rumore è quello delle foglie sotto i passi e dell’aria fresca che porta il profumo di terra umida. Non è una meta tecnica, ma una rete di panorami: la croce di vetta regala una visuale ampia sulla Valtravaglia e, quando la visibilità lo permette, la catena alpina che disegna l’orizzonte. Un dettaglio che molti sottovalutano: la luce mattutina e del tardo pomeriggio cambia radicalmente la percezione dei colori, e la stessa passeggiata sembra diversa a mezzogiorno rispetto alla golden hour.

Il sentiero e la vista

La via più semplice parte da Brissago Monti (frazione di Brissago Valtravaglia), dove il parcheggio è pratico e il percorso entra subito nel bosco. Il sentiero è caratterizzato da un fondo di mulattiera e tratti terrosi, con passaggi ombreggiati e una salita costante ma breve: il dislivello è di circa 300 m e il tempo di salita si aggira sui 45–60 min.

Il balcone segreto d’autunno al Lago Maggiore
Un placido Lago Maggiore si estende sotto un cielo velato, incorniciato da montagne verdi e paesi costieri. Un lampione antico si erge su un balcone affacciato sull’acqua. – agriturismolacurbastra.it

In circa mezz’ora la vegetazione si apre e la croce di Punta Paradiso compare come una balconata naturale. La vista spazia sul Lago Maggiore e sulla Valtravaglia; nelle giornate più nitide si scorgono le cime di confine fino al Rosa. Le condizioni del fondo cambiano rapidamente dopo la pioggia: le foglie bagnate rendono il sottobosco scivoloso, per questo servono scarponcini con buon grip. Un fenomeno che in molti notano solo d’autunno è la presenza di boschi dove i castagneti assumono toni rame e oro, trasformando i sentieri in corridoi di colore. La segnaletica è generalmente chiara, ma la copertura telefonica è discontinua: meglio portare una mappa offline o un dispositivo GPS.

Consigli pratici e varianti

Per organizzare la gita bastano poche scelte pratiche: una borraccia, strati leggeri e una giacca antivento. I cani sono ammessi al guinzaglio e i bambini motivati possono affrontare il percorso senza difficoltà. Non esistono rifugi in cima, quindi uno spuntino al sacco è la soluzione più semplice, consumato con calma davanti al panorama. Se si vuole prolungare la giornata ci sono diverse varianti: l’anello che rientra lungo mulattiere storiche mantiene la stessa facilità e porta la durata totale a circa due ore; la deviazione verso Monteviasco richiede invece più allenamento per la salita e la lunghezza, ma ricompensa con vedute più ampie sul territorio. Per chi cerca silenzio e colori intensi, Cadero e l’Alpe Polusa offrono tracciati nel bosco più raccolti. Un dettaglio che molti sottovalutano riguarda la raccolta di prodotti spontanei: le castagne sono un appuntamento tradizionale, ma è importante informarsi su permessi e regole locali prima di cogliere funghi o castagne. Per la fotografia, la golden hour e un filtro polarizzatore esaltano i toni dei castagneti e riducono i riflessi sul lago; in giornate ventose la cresta può risultare esposta, quindi conviene scegliere giorni stabili per godersi la vista in tranquillità.

Itinerari e luoghi intorno

Punta Paradiso si presta bene come tappa centrale per esplorare un territorio che mescola laghi e borghi. A breve distanza ci sono specchi d’acqua meno frequentati come i laghi della Valganna, Ghirla e Ganna, dove le acque riflettono i toni autunnali e l’atmosfera è più raccolta. Le Grotte di Cunardo offrono un’alternativa sotterranea, fresca e vicina, mentre il Monastero di Ganna invita a una pausa tra pietra romanica e silenzio. Verso la Svizzera, il Monte San Giorgio è riconosciuto come patrimonio UNESCO per i suoi fossili: è una sosta verticale per chi ama geologia e panorami. I borghi di Brinzio e Rasa mantengono l’aspetto di paesi d’alta collina, con case in pietra e ritmi lenti; nei mercatini autunnali si trovano prodotti locali come formaggi d’alpe e miele di castagno. Per arrivarci è più pratica l’auto: le corse dei mezzi pubblici nella zona sono limitate, quindi da Varese o Luino si sale verso Brissago Monti senza difficoltà. Infine, un consiglio concreto: portare con sé una piccola sacca per i rifiuti e lasciare il luogo come lo si è trovato, perché il paesaggio resta fruibile solo se rispettato dagli escursionisti.

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