Non torno più indietro: con il nuovo tax credit turismo la mia impresa ha cambiato prospettiva

Non torno più indietro: con il nuovo tax credit turismo la mia impresa ha cambiato prospettiva

Alessandra Perrone

Novembre 25, 2025

Sotto le impalcature di hotel, campeggi e centri termali si sta spostando qualcosa di concreto: il Ministero ha aggiornato le regole che governano un importante strumento di sostegno agli investimenti delle strutture ricettive. Il 9 ottobre 2025 è stato infatti pubblicato un decreto che amplia le possibilità di utilizzo del credito d’imposta legato al programma IFIT, parte del PNRR, con l’obiettivo di rendere gli interventi di ammodernamento più praticabili per le imprese. La misura non riguarda solo i grandi gruppi: tra i destinatari ci sono realtà stagionali e famigliare che spesso convivono con cantieri e bollette rivedute.

Cosa cambia con il nuovo decreto

Il primo elemento che salta all’occhio è la rimozione del vincolo temporale che fino a poco prima obbligava le imprese a utilizzare il beneficio entro il 31 dicembre 2025. Questa modifica offre una finestra di pianificazione più ampia, utile soprattutto per i progetti che si dilatano nel tempo o che richiedono autorizzazioni complesse. Un dettaglio che molti sottovalutano: la cancellazione della scadenza consente alle strutture stagionali di programmare i lavori in funzione dei mesi di chiusura, evitando sovrapposizioni con l’attività turistica.

Il decreto chiarisce poi la regola sulle cessioni del credito: la cessione è ammessa solo se effettuata per intero e al massimo per due volte, esclusivamente verso banche o intermediari finanziari autorizzati. Lo scopo dichiarato è aumentare la tracciabilità e ridurre i rischi di frammentazione del beneficio. Sul piano operativo, questo significa che le imprese devono valutare con attenzione la convenienza di cedere il credito rispetto all’utilizzo diretto in compensazione fiscale. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che, per molte strutture periferiche, la liquidità immediata può essere la differenza tra partire con i lavori o rinviarli.

Non torno più indietro: con il nuovo tax credit turismo la mia impresa ha cambiato prospettiva
Pianificando un investimento nel turismo? Le risorse per viaggiare ci sono: ecco come ottenere il tax credit per la tua impresa. – agriturismolacurbastra.it

Chi può accedere

La platea dei beneficiari è stata ampliata e ora include non solo le tradizionali strutture alberghiere, ma una gamma più ampia di soggetti del settore turistico. Possono accedere le imprese alberghiere in tutte le loro forme, comprese quelle stagionali e le realtà gestite in forma societaria o familiare. Sono ammesse anche le aziende agrituristiche, così come definite dalla legge 20 febbraio 2006, n. 96 e dalle norme regionali di riferimento, un punto che dà certezza a molte aziende che operano in zone rurali.

La misura si estende inoltre al comparto ricreativo e fieristico-congressuale e alle strutture ricettive all’aria aperta: campeggi, villaggi turistici, glamping, stabilimenti balneari, complessi termali, porti turistici e parchi tematici, acquatici e faunistici. Per gli operatori locali questo significa poter pianificare interventi mirati alla riqualificazione dell’offerta — dalla sicurezza antisismica alle dotazioni per l’accessibilità — con il supporto di un incentivo nazionale. Un dettaglio che molti sottovalutano è la necessità di verificare le norme regionali per gli agriturismi: le definizioni locali possono condizionare l’accesso al beneficio.

Interventi ammessi e modalità dell’incentivo

Il decreto elenca una serie di interventi ammessi che rispondono alle priorità moderne del settore: efficienza energetica (es. impianti fotovoltaici, isolamento termico, sistemi di climatizzazione a basso impatto), lavori di riqualificazione antisismica, eliminazione delle barriere architettoniche per aumentare l’accessibilità, ristrutturazioni e manutenzioni straordinarie, oltre a opere per il benessere come piscine termali e relative attrezzature. È prevista anche la digitalizzazione dei servizi, con contributi per software gestionali, piattaforme di prenotazione e sistemi di domotica, strumenti ormai essenziali per competere sui mercati internazionali.

Sul fronte economico, l’incentivo si articola in un credito d’imposta fino all’80% delle spese ammissibili e in un contributo a fondo perduto fino al 50%, con un limite base di 40.000 euro. Tale soglia può essere elevata, fino a importi superiori, per imprese che soddisfano criteri specifici (ad esempio imprese femminili, giovanili o localizzate nel Mezzogiorno). Un aspetto che sfugge a molti operatori è che la combinazione tra credito fiscale e contributo a fondo perduto richiede una pianificazione contabile accurata: conviene simulare i flussi per capire se cedere il credito o utilizzarlo internamente.

Con il nuovo decreto il Ministero intende facilitare la modernizzazione del patrimonio turistico italiano e allineare l’offerta a standard internazionali più esigenti in termini di sostenibilità e qualità dell’accoglienza. Il segnale pratico è visibile già nelle aree costiere e termali, dove molti cantieri — piccoli e grandi — stanno ripartendo per sfruttare le nuove regole.

×