Un lavoratore stagionale che esce dal turno in un piccolo centro turistico conosce bene il problema: affitti alle stelle e poche soluzioni abitative vicine al posto di lavoro. Dietro quella fatica quotidiana c’è il nodo che il governo ha provato a sciogliere con il Decreto Omnibus. Nel testo del DL n. 95/2025 è stato introdotto un pacchetto di contributi settore turismo pensato proprio per ridurre l’impatto del costo della casa su chi lavora in alberghi, ristoranti e pubblici esercizi. L’intento è duplice: migliorare le condizioni abitative dei dipendenti e rendere più stabile l’occupazione in località dove gli affitti scoraggiano i trasferimenti. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la misura non si limita a sovvenzionare soluzioni provvisorie, ma punta a creare una disponibilità di alloggi durevole, utile anche per le imprese che cercano personale qualificato nel tempo.
Le due linee d’intervento
Il piano finanziario prevede uno stanziamento complessivo di 120 milioni di euro distribuiti su tre anni: 44 milioni per il 2025 e 38 milioni per ciascuno degli anni successivi. Le risorse sono destinate a due linee complementari: interventi sugli immobili per i lavoratori e agevolazioni sui canoni di locazione. La prima linea sostiene la costruzione di nuove abitazioni, la ristrutturazione di immobili esistenti e gli interventi per migliorare l’efficienza energetica e l’impatto ambientale delle strutture. Lo scopo è aumentare i posti letto destinati al personale con soluzioni stabili e moderne, non con sistemazioni provvisorie.
La seconda linea agisce direttamente sugli affitti: i contributi sostengono canoni calmierati, con riduzioni di almeno il 30% rispetto ai valori medi di mercato dell’area. Questa soglia serve a rendere accessibile l’abitazione anche a chi percepisce retribuzioni contenute, evitando spostamenti troppo lunghi dal luogo di lavoro. Ecco come la misura cerca di assicurare un equilibrio tra costo della vita e possibilità di impiego in località a vocazione turistica. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è proprio la difficoltà a trattenere personale quando la casa è fuori portata.
I beneficiari, i requisiti e i decreti attuativi
Il quadro operativo è definito da due provvedimenti del Ministero del Turismo: il Decreto del Ministro del Turismo del 18 settembre 2025, che individua i soggetti beneficiari, le spese ammissibili e i criteri, e il Decreto del Direttore Generale del 13 novembre 2025, che stabilisce termini, modalità e procedure per la presentazione delle domande. Possono accedere alle agevolazioni le imprese del settore turistico e dei servizi collegati, individuate tramite i codici Ateco indicati nel decreto: attività di alloggio e ristorazione, altre attività di servizi, e ambiti come attività artistiche, sportive e di intrattenimento.

Le imprese devono essere proprietarie degli immobili o detentori in locazione con il consenso espresso del proprietario per la destinazione d’uso. Gli alloggi finanziati devono essere riservati esclusivamente ai lavoratori delle strutture turistico-ricettive e degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, e mantenere tale destinazione per almeno nove anni dopo il completamento degli interventi. È requisito essenziale che il canone praticato resti almeno il 30% al di sotto del valore medio di mercato nella zona.
Per partecipare è richiesta una serie di condizioni amministrative e di regolarità : iscrizione al Registro delle imprese con i codici previsti, sede in Italia, rispetto delle norme su lavoro, sicurezza e ambiente, assenza di procedure concorsuali, nessuna sanzione interdittiva in corso, regolarità contributiva e fiscale (compreso il DURC), rispetto della normativa antimafia, capacità a contrattare con la pubblica amministrazione e coperture assicurative per eventi catastrofali. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la complessità pratica delle verifiche documentali richieste per ottenere il finanziamento.
Come presentare domanda e misura dei contributi
La domanda per i contributi destinati al sostegno dei costi di locazione deve essere presentata esclusivamente per via telematica attraverso la piattaforma gestita da Invitalia, come previsto dal Decreto del Direttore Generale. Il portale sarà accessibile dalle ore 12:00 del 21 novembre 2025 fino alle ore 17:00 del 19 dicembre 2025; è prevista anche la possibilità di pre-caricare le richieste a partire dalle ore 12:00 del 17 dicembre 2025. L’accesso alla procedura spetta al legale rappresentante dell’impresa, che deve autenticarsi con Spid e registrare l’azienda. Ogni impresa può presentare una sola domanda, ma all’interno della stessa istanza è possibile includere più unità immobiliari se si trovano nella stessa provincia della struttura turistico-ricettiva e comunque non oltre 40 chilometri di distanza.
Sul fronte economico, il decreto prevede un contributo massimo di 3.000 euro all’anno per ogni posto letto. Il sostegno è collegato a contratti di locazione che prevedano una riduzione del canone di almeno il 30% e abbiano una durata compresa tra 5-10 anni. L’assegnazione avverrà con procedura valutativa a sportello, cioè in base all’ordine cronologico di presentazione delle domande fino all’esaurimento delle risorse disponibili. Questo meccanismo premia la tempestività , ma richiede attenzione nelle scelte progettuali e nella raccolta della documentazione.
In prospettiva, i contributi tentano di riequilibrare il rapporto tra retribuzione e costo della vita nelle aree turistiche: non è una soluzione istantanea, ma può contribuire a consolidare l’offerta di lavoro locale, ridurre il turnover e restituire un minimo di stabilità ai dipendenti che oggi fanno i conti con affitti lontani dalla loro busta paga.
